Nel 1975 Attilio Altomonte ha dato vita a Consea, dopo un’importante esperienza nel settore delle Risorse Umane a livello internazionale. Oggi, dopo 50 anni abbiamo ricordato con lui quel periodo e la serie di eventi senza i quali oggi Consea Group non esisterebbe.
Com’è nata Consea e cosa l’ha spinta a fondarla?
Premetto che ho sempre avuto l’interesse a fare l’imprenditore, ma sono stato anche molto fortunato nella mia attività e nei miei rapporti personali. L’esperienza che è stata determinante per la mia carriera e per Consea è quella nel gruppo ITT, un’azienda manifatturiera specializzata nella produzione di componenti critici e soluzioni tecnologiche per i settori dei trasporti, dell’industria e dell’energia..
Negli anni ‘69-’70, ITT è stata l’azienda americana che ha portato in Italia tutta una serie di tecnologie, metodi e pratiche molto innovative rispetto al contesto italiano di quel periodo. In ITT ho avuto la fortuna di fare il direttore del Personale, il che mi ha permesso di entrare in contatto con una serie di nuove metodologie molto innovative che mi hanno consentito di diventare un consulente abbastanza conosciuto nel mondo del lavoro, ma soprattutto mi ha permesso di collaborare con aziende di grosse dimensioni anche in seguito.
Quindi se inizialmente pensavo che il cliente della futura Consea sarebbe stata l’azienda di piccole dimensioni, poi è successa una cosa magnifica che mi ha fatto capire che l’opportunità era più grande. Nel momento in cui ho dato le dimissioni in ITT, mi hanno chiesto di proseguire con loro e dargli una mano. Io ho preso atto di questo, ho spostato gli impegni e i progetti in avanti e per dieci mesi sono stato consulente in ITT. Questo mi ha permesso di farmi conoscere nel mondo imprenditoriale, ed è grazie a questa esperienza che i nostri clienti sono poi state aziende di grosse dimensioni.
È stato grazie all’esperienza in ITT che ho potuto conoscere il mondo dell’Head Hunting. In Italia praticamente non esisteva una funzione di questo genere, ma grazie a loro ho conosciuto personaggi molto importanti americani e tedeschi che lavoravano con queste modalità. Poi, riconoscente della mia disponibilità nei loro confronti, l’ITT mi ha offerto un contratto di tre anni nel campo della Selezione e della Formazione, che è stato il mio trampolino di lancio per andare avanti. Consea è stata la continuazione naturale di questo percorso: l’idea è nata nel 1975 dall’attività di consulenza svolta in ITT.
C’è stato un momento o una persona che l’ha ispirata?
Assolutamente, sono state due persone che mi hanno ispirato: uno è Actis Grosso, Presidente di ISPER – Istituto per la Direzione del Personale e l’altro è il Dr. Vanni, Direttore del Personale presso l’ITT. Sono stati personaggi un po’ diversi, però persone culturalmente molto preparate, molto aperte al futuro, che erano per noi giovani delle Risorse Umane di quel periodo un punto di riferimento. Sono stato molto fortunato perché ho potuto lavorare con il dottor Vanni per tre anni, mi ha seguito molto e mi ha aiutato poi anche nel prosieguo della mia attività.
Se dovesse definire in poche parole questi primi 50 anni di Consea?
È stata una galoppata continua per tutti questi anni. Molto positiva, con grandi soddisfazioni, e direi senza nessun problema particolare. Forse perché siamo sempre stati molto determinati e concentrati nel portare avanti i nostri obiettivi.
Guardando Consea oggi, che cosa la rende più orgoglioso?
Un successo che non avrei saputo prevedere è stato quello delle sedi estere. È un elemento che ci ha contraddistinti fin dall’inizio rispetto a tutti gli altri nostri competitor e su cui ancora oggi manteniamo un buon posizionamento.
Ma ciò che mi dà più orgoglio è che i miei figli hanno deciso di continuare la mia attività. Infatti penso che la forza trainante di Consea di oggi non è tanto quella di Attilio Altomonte, quanto la loro. Consideriamo che l’inserimento dei miei due figli sul mercato è stato molto graduale ma approfondito, senza particolari strutture e con un atteggiamento molto positivo e corretto. Per cui il passaggio tra il vecchio e il nuovo è stato un processo naturale che ha permesso loro di conquistarsi uno spazio in azienda indipendentemente dalla mia presenza.
Questo ha favorito anche allo sviluppo dell’immagine di una Consea sempre più giovane, il che mi dà molta soddisfazione.
C’è un insegnamento in particolare che ha ricevuto e che vorrebbe passare ai suoi collaboratori?
Sì: la trasparenza e la correttezza nei comportamenti vengono prima di tutto, e questo vale sia internamente che esternamente.
Poi dobbiamo ricordarci sempre che nella nostra attività i clienti sono due: uno è l’imprenditore o l’amministratore delegato e l’altro è il candidato. Noi dobbiamo porci sicuramente nella condizione di soddisfare chi ci dà il mandato, ma è altrettanto importante valutare e aiutare coloro che si presentano alle nostre selezioni.